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Una vita passata in cucina

Dalle lasagne di nonna Franca alla torta di mele di nonna Carla, la mia passione per la pasticceria è nata così

Non c’è stato un vero e proprio “piatto del cuore” che mi ha fatto capire che avrei dovuto fare la pasticcera. L’ho sempre saputo: fin da piccola dicevo a mia mamma che avrei fatto la cuoca. Lei non era molto convinta, non perché desiderasse per me un altro lavoro, magari più prestigioso, ma perchè le sembrava un lavoro pesante e faticoso.

Fortunatamente i miei genitori mi hanno sempre lasciata libera, libera di decidere cosa ritenessi giusto per me. Di fatto è un lavoro pesante e faticoso, ma solo se ti manca la passione. Molte volte arrivo a fine servizio stanca, chi non lo sarebbe, ma è una stanchezza solo fisica perché mentalmente sono felice. Felice di indossare la giacca, mettermi il grembiule, legarmi la fascetta e via, si inizia.

Fin da piccola ho sempre aiutato mia mamma in cucina: facevamo la pasta fresca, io volevo sempre girare la manovella della macchina tirapasta, quando faceva la torta di mele stavo in attesa di poter leccare la frusta. Era così buona, quasi la preferivo da cruda, anche se è buonissima anche da cotta (non preoccuparti mamma!)

Ricordo che quando andavamo da mia nonna Franca, lei e la mamma preparavano la pasta per le lasagne. Mi sedevo incantata a guardarle mettere le sfoglie nell’acqua bollente e poi subito nel secchio con l’acqua fredda.

Baby Francesca che tira la pasta

Ho sempre amato il ragù, soprattutto quello di mia nonna: ogni volta che entravo in casa sua e l’aveva fatto mi diceva: “Franci assaggia il ragù” e io non perdevo di certo tempo.

Ho sempre amato il cibo, mangio di tutto, tranne il fegato (anche i migliori toppano).

Ricordo quando andavamo al mare con i nonni Carli (si chiamano Carla e Carlo e allora erano Carli), il nonno andava dal macellaio e portava a casa delle fiorentine bellissime. Credo passasse delle ore a selezionare il pezzo a suo avviso perfetto.

Questi penso che siano i momenti che mi hanno portato a voler passare la mia vita in cucina.

Sono stata fortunata: sono cresciuta in una famiglia dove si cucina ancora tanto, piatti tipici, quelli buoni davvero, quelli che ti ricordi. Le mie nonne non hanno ricette scritte, loro vanno a memoria e stima, non riesco nemmeno ad immaginare come facciano, io che segno tutto e seguo le ricette come fossero un oracolo.

Francesca e sua nonna Franca

Eppure, la torta di mele della nonna Carla è la più buona; subisce ogni tanto delle malformazioni in cottura però al gusto è deliziosa. Non ho ancora capito come la faccia, sarà il potere dei nonni.

cantinì, cheflife, pastrychef

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